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Apr 29·edited Apr 29Liked by Anna

Ciao Anna, ho letto ora (finalmente!) questo post e condivido ogni sillaba.

Io pure sono una giocatrice dell'ultima ora, mi sono appassionata tardi alle console, prima giocavo solo in sala giochi e sempre agli stessi giochi e fin da bambina mi divertivo molto. Poi, cosa vuoi: lo studio, il lavoro, e "sei grande", etc. Giocavo ogni tanto ad alcuni giochi su PC, ma non facendo parte di nessuna bolla gamer non sapevo cosa succedeva e non ero stimolata a informarmi.

Poi, attraverso il fandom di Star Wars e simili, ho conosciuto gamer, ho preso una PS e ho recuperato alcuni giochi tra quelli che vedevo giocare dagli altri: God of War, Silent Hill, Uncharted, Tomb Rider.

Oggi continuo a giocare e, essendo una giocatrice lenta (amo godermi il viaggio, diciamo così), ci metto parecchio per finire un gioco, specialmente se open world (ora sto giocando a Starfield).

Concordo sul linguaggio usato da commentatori e "esperti" del settore, troppo tecnico e poco avvicente, spesso usano gli stessi termini e capire di cosa cavolo stiano parlando per me è difficile.

Stavo in effetti pensando di fare una recensione "alla mia maniera" di Starfield sul mio canale Youtube appena lo finisco (non so quanto ci vorrà) perché l'esperienza mi sta piacendo molto e mi sono sentita molto coinvolta sia a livello emotivo che intellettuale.

Adoro la fantascienza e l'ambientazione di questo videogioco mi ha stregata. Poco importa se i personaggi sono legnosi, le strutture da esplorare sono spesso identiche e i cattivi sono sempre nella stessa posizione: la storia è affascinante e la grafica mozza il fiato, per cui si tollerano i difetti.

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Sono d’accordissimo, bisogna spingere su una comunicazione dei videogiochi che sia diretta anche (o solo) a chi i videogiochi non sa nemmeno cosa siano.

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