I ✨10 segreti✨ per farti assumere, diventare virale e trasformarti in Batman
Come fare a fare?
I 10 segreti per farti assumere, essere un imprenditore di successo, diventare virale, ottenere di più dalle tue storie sui social e trasformarti in Batman
Diventare uno youtuber, gestire al meglio la tua pagina aziendale, fare la cacca in modo corretto, mangiare in modo sano, essere un genio, diventare un growth hacker, ottenere di più dalle tue inserzioni, ottimizzare la SEO, farti assumere da Google, fare personal branding, far sì che le aspettative sulla tua vita annunciate da Paolo Fox al mattino siano realtà.
Amo l’umanità, soprattutto quando, tra una guerra e l’altra e tra un post sulle elezioni e un altro, trova il tempo di occuparsi della fetta di esseri in carne, ossa e pixel che hanno una connessione e hanno tempo per leggere un sacco di punti che spiegano come diventare persone ricche, belle, famose e pure virali, ché si sa che non fa mai male.
Il punto — dei punti — è quello di volerci aiutare a raggiungere qualcosa. Per mero spirito di solidarietà, ovviamente: tutti sanno, infatti, che un blog con qualche consiglio sparso su come fare qualcosa, in una pagina con tremila popup, 5 banner, un video in autoplay e il cartonato digitale dell’autore del sito che cerca di convincerci a dargli l’indirizzo e-mail, così che possa ricordarci costantemente che lui vuole aiutare te, il tuo business, il macellaio in Uruguay e mia madre a stirare, è assolutamente un puro atto di bontà verso l’umanità.
Dunque, spinti dalla speranza di poter agguantare il nostro obiettivo, iniziamo a leggere, prendere appunti, preordinare corsi, fare workshop, assistere ad eventi, scaricare slides e…aspettare che l’universo decida, nella sua giostra di casualità, di dedicare un microsecondo alla tua esistenza e ti doni ciò per cui hai lottato e faticato, tra popup euforici e contenuti da sbloccare con un tweet di ringraziamento.
Il problema nasce quando inizi a percorrere il tunnel dei consigli degli altri: ad esempio, voi lo sapevate che per scrivere e diventare virali ci vuole costanza? Io, ad esempio, non l’avrei mai detto; i post motivazionali, su qualsiasi argomento, sono praticamente la versione online dell’amico che quando ti vede triste ti fa un pat pat sulla schiena e ti dice: “dai, stai su”.
Ovvietà infinite. Ed inutili.
Ho deciso che, di tanto in tanto, darò anche io il mio contributo alla categoria e farò la mia versione di COME FARE COSE.
Come fare gli articoli come fare?
Sono nati prima gli articoli “Come fare” o le persone che li hanno letti e si sono sentiti ispirati a crearne altri? La risposta a questa domanda potremmo, probabilmente, trovarla in un altro articolo, “Come fare a trovare la risposta alla domanda: Sono prima nati gli articoli Come fare o le persone che li hanno letti e ne hanno creati altri a loro volta”, ma credo di aver appena creato un paradosso.
Ingredienti:
Il teorema è semplice: non tutti hanno le capacità di aprire un blog, ma siccome a qualcuno è venuto in mente di scrivere un articolo su “Come fare soldi su Internet” o “Come fare a diventare virale ed essere ospite dei programmi in TV”, per non citare il capostipite, ossia “Come fare meno schifo”, mascherato con metafore tipo “ritrovare te stess@”, “ricominciare una nuova vita”, “fare tutto ciò che sogni”, beh, ecco, per colpa di tutto questo tutti sentono il dovere sociale di dover aprire un blog.
I requisiti per aprire un blog su “Come fare…” sono i seguenti:
Hai una connessione ad internet;
Possiedi un’infarinatura generale su come le cose vanno nel mondo e usi Google Trend in maniera molto vaga;
Hai bisogno che qualcuno ti legga/ti ascolti perché lo psicologo costa più di un dominio;
Vuoi diventare qualcun@ e fare i big money.
Procedimento:
Scegli un momento in cui sei semi-consci@ della tua esistenza in questo universo e scegli un provider, a pagamento o gratuito, che possa voler sopportare il peso di ciò che scriverai.
Chiedi nei gruppi su Facebook che si occupano di web marketing se il nome che hai scelto dopo aver sacrificato sette vergini a Mefistofele influisce sulla SEO.
Aspetta qualche giorno e poi prenditi un paio di ore per stabilire quale tra i vari commenti di settordici SEO Specialist si avvicina di più al commento che avresti voluto sentire.
Constatato che a Google non importa un cazzo del tuo nome dominio*, inizia a scrivere.
Beh
Sì, è arrivato il momento, amic@.
Dopo una settimana e cinque giorni di monitoring delle keyword su Google, hai appena scoperto che le parole “virale”, “storytelling”, “SEO”, “babbuino giamaicano” e “omelette” stanno registrando delle ottime statistiche, ed è per questo che, nonostante alcune delle cose non c’entrino un cazzo tra loro e in più tu non ne sai assolutamente nulla, farai il tuo blog su “Come fare storytelling e diventare virale con il SEO sfruttando la storia del babbuino giamaicano che faceva un’omelette”.
Scopri che i titoli, per una SEO corretta, non devono superare i 70 caratteri e hai una crisi: ti fiondi sui social, dove ti spacchi a merda di video e dirette e ti troverai a litigare alle quattro del mattino con un’insegnante cinquantenne sotto il video della giovane Mel00ni.
Inizi a contare i “Mi Piace” e i cuori al tuo commento e ti convinci che il mondo ha bisogno della tua opinione per andare avanti.
Crei una pagina Instagram e inizi a chiedere ai tuoi follower (che chiami “in molti mi avete chiesto di…”) se vogliono che tu faccia una diretta sull’argomento caldo dei feed di tutt-. Ti risponde solo qualche persona a te cara e fai partire un canale Twitch con un ospite e vi guardate in maniera imbarazzata perché a guardarvi ci sono solo i bot del canale e qualche utente che voi saluterete e si volatilizzerà dopo l’ennesima storia su come videogioco X sia stato FONDAMENTALE per la vostra vita, vita che nessun@ conosce ma che a questo punto avete bisogno di illudervi perché altrimenti perdereste l’investimento di energia e denaro iniziale.
Nel buio della vostra cameretta, vi chiedete se ha senso tutto questo; poi vi ricordate che Donato dei Monti Lattari ha ottenuto 1.8 milioni di follower tagliando panini e vi convincete che nel web di oggi ci sarà spazio anche per la vostra opinione, anche se non ha nulla di originale.
*per chi si occupa di SEO e mi SEOgue, lo sappiamo che anche il dominio è importante per i motori di ricerca, ma volevo fare la battuta.
Ciao, sono il messaggio del footer che dice sempre la stessa cosa, anzi in realtà non è vero perché io cambio sempre, però insomma il succo è sempre lo stesso. Per supportare il lavoro di Anna, puoi seguirla su Instagram, Telegram oppure donarle dei soldi, come il buon capitalismo vuole, a questo indirizzo. In alternativa, puoi schiacciare questo bottone qua sotto per condividere questa newsletter e far diventare anneddoti famosa. Vi promette che non scriverà “in tanti mi avete condiviso” se non sarà davvero così.
L'audio lettura è geniale, mi ricorda "ragù alla bolognese". 🖤
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