Ditemi che anche voi odiate Alessandra Amoroso
Nessuno ha voglia di ballare un fottuto reggae in spiaggia, Alessandra.
Il canto dei grilli, qualche cane che abbaia in lontananza. La luce della luna, tiepida e color panna, che rischiara giusto un po’, si fa guardare. Le macchine che sfrecciano sull’autostrada. Il vento del mare nero, adornato di scintilli di barche, di isole lontani, di lampioni di paesi, di locali.
Io, seduta sul terrazzo, a scrivervi in questa notte. Dopo tanto tempo. Ciao amicy, come (e)state?
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Karaoke guantanamera
La scorsa domenica sono andata in gita con alcuni miei amici, guardavo dal finestrino l’immenso azzurro dell’acqua del mare, di contrasto ad una campagna verde e piena di alberi di ulivo, di limoni. Nella macchina risuonava Estate dei Negramaro, quella canzone che ci fa girare gli occhi in alto perché mòbbastacheppalle e contemporaneamente quella che quando attacca e Giuliano parte con “in bilico…” non si può fare a meno di continuare. La canticchiavamo tutti insieme, mentre si attraversavano paeselli sperduti alla ricerca di opere d’arte sparpagliate in giro per la provincia. Pensavo a quanto fosse bello quel momento, dopo tutti questi mesi passati chiusi in casa (personalmente, con solo me stessa a farmi compagnia).
Le colonne sonore estive sono evocative tanto quanto i suoi odori; sono cartoline che ascoltiamo e associamo a momenti collettivi, oltreché personali. Estate dei Negramaro, con quella melodia giocosa e il testo incerto e confuso, qualcosa che però cantiamo con la spensieratezza stagionale, al netto di alcune frasi che lasciano un’incisione nei pensieri, tipo come:
e intanto, il tempo passa e tu non passi mai…
E il Festivalbar? Citazione necessaria. Le audiocassette, la compilation blu e rossa. Ma non è tempo di fare la millennial nostalgica, anche perché la musica ha il potere di annullare il tempo, no?
La giornata continua, le canzoni si susseguono. Piña Colada della Vicario, così festosa, così 2020. Zeta Reticoli dei Meganoidi. Baby K., giusto per farci qualche risata.
È così bello cantare in macchina e allegare ad una vecchia canzone nuovi ricordi o battezzarne una nuova in nome del momento.
Are You In? degli Incubus, ad esempio, è sempre stata una delle mie canzoni estive senza tempo. Riesce a ricordarmi, contemporaneamente, la prima volta che l’ascoltai, in piena adolescenza al ritorno dal mare con i miei genitori, e l’ultima volta, in treno direzione Napoli, pensando alla spiaggia, appunto.
E poi che bellezza, le canzoni che evocano scenari mai vissuti. Magnolia dei Negrita, ad esempio, ha un ricordo ben preciso: radio d’estate, caldo, mare. Il mio cervello, invece, nel reparto neuroni-sceneggiatori, ha dato vita ad un cortometraggio. Vi capita mai?
Quando la ascolto, quando comincia a cantare “lentamente scivola, la tua mano su di te / Quel tanto che basta per trasformare / Ogni carezza in un gemito / Ti guardo accaldata contorcerti / Tra le lenzuola umide / Golosa ed implacabile / Forza fammi male finché vuoi” è impossibile non pensare a ciò che dice, nonostante di solito la si canti senza far troppo caso al testo, pesandone parola per parola. Eppure io mi immagino, a cantarla alla ragazza che conosco da qualche giorno, con la quale c’è stato solo qualche sguardo complice e nulla più. Mentre imbraccio una chitarra e mi tengo il ritmo, mentre scandisco quelle parole e la fisso, smorfiando un mezzo sorriso a “contorcerti” e riabbassando gli occhi fino al ritornello. Più dolce, romantico, sicuramente più leggero quando lo si dedica ad una sconosciuta in spiaggia. Che comincia a seguirti, che ci si comincia a guardare di più quando si dice “vento arriverò, per poterti accarezzare” e la brezza marina lo sta facendo davvero. Sospensione. Emozione. Leggerezza. Un bacio non dato, non detto.
Un cortometraggio che finisce qui, perché la realtà mi riporta al mio posto: in fila davanti ad una friggitoria in provincia di Napoli, con lo stereo del posto che propina “voglia di ballare, un reggae in spiaggia”, la fame e la voglia di capire perché facciano ancora cantare Alessandra Amoroso.
Quali sono le vostre canzoni estive? Che aneddoti avete? Mi piacerebbe ascoltarvi/leggervi.
La luna è a metà, e piano piano cala e si fa più rossa. Voglio pensare che arrossisca mentre sente i nostri pensieri quando la guardiamo e pensiamo a qualcuno. È ora che io ritorni dentro e mi metta a letto.
Questa newsletter è più corta perché fa caldo, è estate, siete in vacanza o quasi e avete da postare le foto sull’Instagram, dopo mesi di lockdown. Spero possiate leggermi in spiaggia o comunque in un posto in cui siete felici.
Proverò ad avere un po’ di continuità e postare lo stesso giorno, alla stessa ora, ma sento già le risate pre-registrate, quindi facciamo che ci sentiamo presto, che dite?
Statemi bene.
xoxo,
Anna