Ciao teleleggitory e buone Feste, state leggendo anneddoti e la scrive la vostra sconosciuta dell’internet preferita, ossia ehy, Anna, ci beccavamo nel bando sopra il booster, cioè io perché parlare di sé in terza persona mi fa sentire dissociata. Questa newsletter parla di vita digitale e riflessioni varie ed eventuali. Non credo più nell’elemosina social, siete abbastanza grandi per sapere come funziona sul web. Se volete diffondere il mio verbo e rendermi un nuovo Gesù, però nata il 22 settembre, sapete come fare.
Era il 2005 quando Gasolina iniziava a pompare nelle nostre radio. L’anno del lancio di YouTube - ma mica lo sapevamo che sarebbe diventato così grande - del “morto un Papa se ne fa un altro”, con l’addio a Giovanni Paolo II, della legalizzazione dei matrimoni omosessuali negli Stati Uniti. L’anno delle Christmas Card, una promozione che ti permetteva, con soli 8€, di mandare 100 SMS al giorno ai numeri Vodafone e 100 SMS al mese agli altri numeri, cosa che ovviamente faceva fare passaggi d’operatore in base alla crush del periodo - che nemmeno si chiamavano crush, anche se questa esisteva già.
Era il 2005 e Subele el mambo pa' q mis gatas prendan los motores ripetuto fino al drop - accompagnato dall’urlo gutturale di “duro” era in tutte le radio, discoteche, locali e ha portato a una delle più grandi tragedie dei nostri tempi, ossia il reggaeton nei tormentoni estivi, roba da farci rimpiangere anche Chihuahua di DJ Bobo. Sì, è un commento da anziana, ok, lo accetto, scusate, non mi piace il reggaeton. Nel 2005 Gasolina era la hit che ha lanciato Daddy Yankee nell’olimpo dei tizi che fanno questa musica e noi ce la siamo un po’ dimenticata, salvo poi ritornare in qualche trend di TikTok prepotentemente, soprattutto dopo la notizia della sua conversione alla religione cattolica.
Daddy Yankee forse si fa prete e io sono qui, in una fredda stanza di casa dei miei in Sicilia, a pensare a Gasolina, sotto forma di flashback - inevitabili, tra l’altro, se si vive in un altro luogo e si torna alle proprie origini. Un po’ come ritornare a un vecchio salvataggio.
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Daddy Yankee si fa prete, Ferragni sbaglia, la guerra non si ferma, mi passi la lasagna? L’inverno più caldo di sempre, il finale di Una Poltrona Per Due spiegato bene, Snowman di Sia nelle storie degli altry, Luxottica invita i Maneskin e Gaza scompare. Una mia foto da bambina, I Quindici ormai segnati dal tempo, le chiacchiere in riva al mare con un’amica che non vedevi da sette mesi, il lungomare del mio paese crollato a causa delle mareggiate. Cattiva edilizia o emergenza climatica, o entrambe le cose. Cambiamenti.
Chi lo avrebbe mai detto che Daddy Yankee potesse smettere di fare musica da macho per seguire Gesù. Chi lo avrebbe mai detto che se fosse nato oggi, Gesù sarebbe già morto. Chi lo avrebbe mai detto che dalla Christmas Card saremmo passati ai 100 messaggi all’ora, tra testi, Threads, inoltri, immagini, vocali, foto e commenti sui social. Commenti sempre più frustrati.
Incredibile guardarci a Natale: Jingle Bells Rock come sottofondo alla nostra foto con le tavole imbandite e poi scriviamo a Ferragni le peggio cose. Threads è appena nato come Gesù, ed è il risultato di anni in cui abbiamo promosso sempre e solo sarcasmo e ironia come modalità di comunicazione primaria. Anni di Commenti Memorabili ci hanno portat* a ruttare sotto il primo thread della Meloni. Fanculo l’engagement, fanculo il “don’t feed the troll”, fanculo le regole che premiano i contenuti che generano più discussione. Noi alimentiamo i numeri di questa gente, e poi ci dichiariamo antifascisty. E Daddy Yankee si fa prete. E i ghiacciai si sciolgono più presto del previsto.
E Natale è una partita in split screen, ormai: si intravede una crepa in questo momento artificiale che abbiamo deciso di eleggere a festa in cui si sta in famiglia, c’è l’amore, si sta viciny e tutte quelle cose là. C’è anche lo stress e il sentirsi di non appartenere, il dover recitare, il piangere in bagno o sotto le coperte. Gasolina e fede cristiana. Il vecchio salvataggio che ha qualche glitch. La comunicazione social cambia: oggi vediamo più consigli per affrontare le feste in serenità; chi ci ricorda che è ok non stare bene in questi momenti, chi fa prontuari su cosa chiedere o non chiedere ai/alle/a* nipoti che zia Rosa di anni 73 non leggerà mai. E si malsopporterà e si mangerà insieme e si risponderà male alle domande sulla politica e si piangerà quando verranno dette cose che feriscono sulla tua omosessualità. Ma fa parte del gioco. Press START.
Oggi è passato, come Gasolina. Non vorrei finire con “il futuro è Gesù”, mi sentirei come quando un mio vecchio amico, di punto in bianco, ci annunciò di essersi convertito a un’altra religione (e non è Daddy Yankee, giuro). È sempre bello però vederci mentre parliamo del Natale, a Natale, sui nostri dispositivi digitali. Viviamo sospesy per 24h in questo rituale e ridiamo e piangiamo e mangiamo e ci auguriamo delle cose, mentre il nostro mondo brucia. Sto immaginando All I Want For Christmas is You e i commenti della gente che fa la gogna mediatica a Ferragni, come finale di questo 25 dicembre. O le storie di Natale intervallate dai video del genocidio a Gaza. Poi dite perché Charlie Brooker non ha più interesse nel fare puntate di Black Mirror sulla tecnologia. Perché basta accedere ai social per viverne una.
Ma domani mangiamo ancora, giochiamo ancora, ricarichiamo altri salvataggi.
Statemi bene, state al sicuro. E buona rinascita, per chi vuole respawnare.
Nel prossimo episodio di anneddoti, come ogni anno, vi farò un recappino del 2023 e le persone che vale la pena seguire nel 2024. Se hai letto fino a qui sentiti liber* di mandarmi un rutto digestivo. Ciao baci stellari.